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Questa non è una fontana
Giuseppe Pizzi


Parte la riqualificazione di via Cortelonga, pavimentazione decorativa, vasche in porfido con rose rosse, e una fontana di forma tronco-conica ricoperta di piastrelle in ceramica. L'architetto Fulvia Bonfanti fa sapere al Cittadino che "si tratta di un'opera realizzata per l'Expo di Lisbona e che ho voluto riportare anche qui da noi per la bellezza dei giochi di luce e di acqua che sarà acqua di ricircolo e quindi senza sprechi".

Ovo de Colombo 1 Ovo de Colombo 2
"Ovo de Colombo" - la fontana dell'Expo di Lisbona 1998

Sulla loro bellezza, niente da eccepire, le fontane di Lisbona sono belle. Sicuramente lo sarà anche quella monzese che, se avrà un getto a “ovo de Colombo”, potrà diventare il monumento celebrativo del Colombo's Day dei Colombo di Monza, che sono tanti da costituire una città nella città. Tuttavia, pur trascurando che una città che si candida ad un ruolo di prestigio per l'avveniristica Expo del 2015 potrebbe tentare qualcosa di più originale della riedizione di uno dei motivi simbolici di un'Expo del 1998, il fatto che non si può tacere è che Monza avrà un'altra pseudo-fontana, una fontana che non sarà una fontana.

Le fontane si chiamano così per metonimia, prendono il loro nome dall'acqua di fonte. Quelle che rimestano l'acqua di una vasca sono simulacri di fontana, belli fin che si vuole, ma pur sempre delle rappresentazioni.

Ceci n'est pas une pipe

L'abituale avviso «Attenzione. Acqua non potabile» significa in verità «Questa non è una fontana, è un'installazione che raffigura una fontana» esattamente come la tanto celebrata «Ceci n'est pas une pipe» di Magritte non era una pipa, era un dipinto raffigurante una pipa. Lo diceva Magritte stesso: "La famosa pipa, la si può riempire? No, è solo una rappresentazione. Se avessi scritto sotto il mio quadro: «Questa è una pipa», avrei mentito".

Ceci n'est pas une pipe
 
Chi chiamerebbe ancora ferro da stiro l'inquietante «Cadeau» surreal-dadaista di Man Ray, con la sua superficie irta di chiodi che ne stravolgono la naturale funzione e lo trasformano in uno strumento sadicamente contraddittorio, capace di promettere e negare nello stesso tempo?
Alla stessa sadica ispirazione rispondono le fontane a ricircolo d'acqua, giochi illusori, parvenze di freschezza, di luce e di purezza ottenute con acqua degradata, ridotta a immonda emulsione spumeggiante, acqua che non è più acqua, ma finzione ingannevole che invita a immergerci le mani, sciacquarsi il viso, dissetarsi e ristorarsi nei giorni di calura, ma contemporaneamente lo vieta. Quell'acqua, nonché berla, guai a toccarla, invece di giovare nuoce, come il ferro da stiro di Man Ray che invece di appianare lacera.

In questo nostro tempo, il ricircolo dell'acqua in funzione estetica è tuttavia accettato come "politicamente corretto" anche dagli ecologisti più attenti e sensibili, per i quali l'acqua è una risorsa naturale preziosa, da usare con parsimonia, senza sprechi, come si ritiene di fare nelle pseudo-fontane a ricircolo.

Vediamo se è vero.

L'acqua di una pseudo-fontana non ricircola da sola, va pompata verso gli ugelli da cui spruzza e zampilla per ricadere in una vasca di raccolta dalla quale viene di nuovo risucchiata e ripompata. E' un esercizio idricamente economico ma energeticamente dispendioso, risparmia la risorsa acqua in ambito urbano ma consuma le risorse naturali di altro tipo usate altrove per produrre energia elettrica. Paradossalmente, i getti d'acqua “senza sprechi” della fontana di via Cortelonga potranno funzionare perché in Valtellina o in Valdossola flussi d'acqua ben più consistenti saranno sottratti al loro alveo naturale e forzati dentro le turbine di una centrale idroelettrica. Chissà perché dovrebbe essere considerato meritorio dissipare acqua in alta montagna per riciclarla a Monza.

E non è nemmeno del tutto vero che nelle pseudo-fontane l'acqua ricircoli “senza sprechi”. L'effetto suggestivo dei giochi d'acqua richiede getti di grande portata e potenza con inevitabile vaporizzazione in aria e dispersione al suolo, tanto che a Lisbona le agenzie turistiche raccomandano di non avvicinarsi troppo a quelle fontane decorate con piastrelline di tutti i colori dell'arcobaleno, e bisognerà vedere se nelle angustie di via Cortelonga, che non è la spianata del quartiere dell'Expo di Lisbona, sarà possibile schivare la doccia (al raduno del Colombo's Day sarà bene che i Colombo di Monza portino l'ombrello!).

Quindi, anche le fontane a ricircolo richiedono un continuo apporto d'acqua per il ripristino del livello in vasca, e perché non provvedervi con uno o più zampilli di acqua chiara e potabile, disposti in modo accessibile e facilmente fruibile?

la Barcaccia di piazza Navona 1 la Barcaccia di piazza Navona 2

Se la futura fontana di Via Cortelonga vorrà meritare la qualifica di vera e propria fontana dovrà, nella rutilante bellezza dei suoi giochi di luce e di acqua, assicurare anche una modesta ma essenziale pubblica funzionalità. Esempi illustri non mancano. Valgano per tutti gli zampilli che, sgorgando generosamente da ognuna dalle due bocche di cannone di prua e di poppa, contribuiscono alla placida scultorea eleganza della Barcaccia di Piazza di Spagna, a ragione considerata fra le più belle fontane del mondo.

G. Pizzi


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Giacomo Correale
May 13, 2008 12:02 PM

Da romano trapiantato in Brianza non posso non essere sensibile al tema delle fontane sollevato da Giuseppe Pizzi. Tanto più che la bella immagine della Barcaccia mi ha fatto ripensare con nostalgia a tute le fontane di Roma, dal Tritone a Trevi a quelle di piazza Navona.
Purtroppo mi risulta che anche queste fontane (salvo errore) sono alimentate a circuito chiuso.
Io ho messo da qualche anno nel mio soggiorno una fontana, per godermi il suono sommesso dell'acqua. E so per esperienza che Giuseppe per molti versi ha ragione: la mia fontanella, essendo a circuito chiuso, non dovrebbe consumare acqua, ma invece ne consuma per effetto dell'evaporazione. E poi c'è il consumo di energia elettrica, che mi ha indotto a interrompere il flusso di notte.
Però non credo che una fontana così non sia più una fontana. Non è una immagine come la pipa di Magritte. Monza è sicuramente più bella ora di prima, grazie alle fontane nuove o recuperate (vedi quella davanti alla stazione). Certo, una certa diminuzione rispetto alle chiare fresche e dolci acque c'è.
Alla fine, occorre chiedersi se il saldo tra risparmio di acqua corrente e rabbocchi e consumo di energia è positivo o no. Spero che lo sia. Altrimenti...
 
Giacomo Correale Santacroce
 
P.S. In un angolo del Laghetto nei giardini della Imperial Regia Villa c'è una splendida fontana, inserita nel bordo del laghetto stesso,  che rappresenta Nettuno con le teste di due cavalli marini che emergono dall'acqua. Qualche anno fa è stata riattivata, e poi subito spenta. Come si fa a non capire che questa fontana, insieme al tempietto, anch'esso restaurato e subito abbandonato e deturpato, costituiscono due elementi essenziali del luogo?




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  11 maggio 2008